Palazzo

Farnese

a

Caprarola

by Bomarzo.net



Palazzo Farnese a Caprarola

Virtus securitatem parit

Siamo a Caprarola in provincia di Viterbo.

Qui sorge il Palazzo Farnese, una delle più belle dimore rinascimentali di tutta l'Italia centrale.

Palazzo Farnese a Caprarola
Palazzo Farnese a Caprarola

Fu Cardinale Alessandro Farnese (detto il Vecchio) a commissionare ad Antonio da Sangallo (il Giovane) la realizzazione di una fortezza a Caprarola.

Antonio da Sangallo era uno dei migliori architetti militari operanti nel 1500 nel centro Italia.

Al progetto originario lavorò anche il senese Baldassare Peruzzi, importante architetto militare che, nello stesso periodo, stava realizzando all'Argentario le fortezze dello Stato dei Presidi.

Caprarola

Nel 1534 il Cardinale Alessandro Farnese diventò Papa (+1549) con il nome di Paolo III.

L'interesse di realizzare una fortezza a Caprarola, calò in Alessandro ed i lavori prima rallentarono per poi fermarsi, nel 1546, a causa della morte di Antonio da Sangallo.

Il 1547 fu l'anno fondamentale per il progetto in quanto cambiarono sia il Committente, che l'architetto ed infine lo scopo dei lavori!

Il Palazzo Farnese a Caprarola

Fu infatti il nipote di Papa Paolo III, il Cardinale Alessandro Farnese (detto il Giovane 1520 +1589), ad assegnare l'incarico per il completamento dei lavori a Jacopo Barozzi da Vignola ... detto semplicemente il Vignola.

Solo per inciso Alessandro Farnese il Giovane fu nominato Cardinale dallo zio a 14 anni nel 1534 ovvero appena lo zio diventò Papa.

Lo stemma con i 16 gigli della casata dei Farnese
Lo stemma con i 16 gigli della casata dei Farnese

Ma ad Alessandro Farnese (detto successivamente anche il Gran Cardinale) non serviva più una fortezza, ma uno sfarzoso palazzo signorile in pieno stile rinascimentale.

La gestazione non fu breve in quanto i lavori realmente ripartirono solo nel 1559.

Il giglio simbolo della casata dei Farnese
Il giglio simbolo della casata dei Farnese

Era impossibile cambiare la forma esterna (pentagonale) del palazzo ... ma era possibile cambiare la forma del cortile interno da pentagonale a circolare.

Via i massicci bastioni, con funzione anti cannoneggiamento, che furono sostituiti da terrazze e giardini.

Via l'impervio accesso da Caprarola, che fu sostituito con due larghe scalinate adatte (anche) ad arrivare su una portantina.

Vista di Caprarola

Anche l'abitato di Caprarola fu interessato direttamente, e pesantemente, dai lavori in quanto fu in questo periodo che venne realizzata via Filippo Nicolai, la dritta strada che fa da lungo gambo a quel fiore che è il Palazzo Farnese.

In parallelo alla costruzione del palazzo partirono le opere di affrescatura delle stanze.

I temi degli affreschi che dovevano, partendo dal mito, rappresentare lo sfarzo della famiglia Farnese ed in particolare del Cardinale, furono ispirati dal poeta e drammaturgo Annibale Caro (1507 - 1563) che, a vario titolo, servì il Cardinale Alessandro Farnese dal 1548 fino alla morte (+1563).

E per affrescare praticamente tutte le stanze del Piano Primo e Nobile si succedettero prima i fratelli Taddeo (+1566) (fino alla stanza della solitudine o dei filosofi) e Federico Zuccari (il Gabinetto dell'Ermatema).

Anticamera degli Angeli

Dopo l'allontanamento di Federico Zuccari subentrò a completare il Piano Nobile Jacopo Zanguidi detto il Bertoja.

Le carte geografiche, che affrescano la splendida Sala del Mappamondo, furono invece realizzate da Giovanni Antonio da Varese.

Nel 1575 il Palazzo Farnese era finito e praticamente affrescato in ogni stanza.

I nomi di Onofrio Panvinio e Fulvio Orsini indicati, su altri siti, come i realizzatori di alcuni degli affreschi sono, a nostro avviso, sbagliati.

Onofrio Panvinio (+1568) era uno storico.

Stesso dicasi per Fulvio Orsini (+1600) che probabilmente lo sostituitì, dopo la sua morte, nella gestione della biblioteca.

Semmai agli stessi si possono attribuire le idee pittoriche a completamento di quelle di Annibale Caro ...

E sicuramente ad Onofrio Panvinio, aiutato per le epigrafi da Paolo Manuzio (uno dei primi grandi editori della storia), si devono le allegorie riprodotte nella Sala dei fasti Farnesiani.

gli interni del Palazzo Farnese

Oggi sono parzialmente visitabili gli interni del palazzo sia al piano primo o piano dei Prelati che al piano secondo, detto anche piano rialzato o piano Nobile, mentre i piani terzo e quarto, di altezza molto minore ed un tempo riservati alla servitù e agli armati, non sono accessibili.

Il piano terra, un tempo usato come stalle o magazzini, viene invece utilizzato per attività varie di tipo ricreativo o didattico.

Sala Giove
Sala Giove

Volontariamente documentiamo poche sale (oltre al cortile ed allo scalone centrale) delle circa 20 aperte al pubblico.

Vogliamo invogliarVi ad andare a visitare il Palazzo Farnese ed il suo splendido giardino che invece documentiamo integralmente.

Il costo del biglietto è più che abbordabile per chiunque e ne consigliamo veramente la visita.

Tenete conto che per visitare il Palazzo servono circa 3 ore, mentre per il Giardino Grande ne occorrono almeno altre 2 ore.

Più precisamente sono visitabili al piano primo:

- l'ingresso

- la Sala della Guardia

- la Sala di Giove

- la stanza della Primavera

- l'appartamento invernale

- la base del cortile circolare

Tramite il bellissimo scalone centrale si sale al piano secondo, il Piano Nobile, ove sono visitabili:

- il deambulatorio

- la cappella

- sala dei fasti Farnesiani

- l'anticamera del Concilio

- la sala dell'aurora

- la stanza dei lanifici

- la stanza della solitudine o dei filosofi

- il gabinetto dell'Ermatema

- la stanza del torrione

- la sala della penitenza

- la stanza dei giudizi

- il salone del mappamondo

- l'anticamera degli Angeli

- la camera da letto invernale


Capiamo quando Papa Francesco si scaglia contro la magnificenza e gli sperperi della Chiesa ...

Oggi i Cardinali vivono in appartamenti (di proprietà della Curia romana) che fanno scandalo, ma nel Rinascimento era normale che Papi e Cardinali vivessero nel lusso.

Perciò invitiamo il nostro amato Papa a riflettere sui Papi e Cardinali e prima ancora sui Re ed Imperatori, che nei secoli passati hanno contribuito a rendere così bella la nostra Italia.

L'Italia è quello che è, dal punto di vista architettonico ed artistico, solo grazie alla loro megalomania ed al loro desiderio di essere ricordati dopo la morte.

Sono stati questi "mecenati", dilapilatori di immense ricchezze sia private che pubbliche, che ci permettono oggi di avere il 20% di tutte le bellezze artistiche mondiali ... che tanti nel mondo ci invidiano e tantissimi ogni anno visitano.

Il Giardino Privato ed il Giardino Grande

Esternamente sono visitabili il Giardino Privato del Cardinale ed il Giardino Grande.

Giardino Privato

Il Giardino Privato è praticamente coevo rispetto al resto del palazzo.

Già previsto dal Vignola, come proseguimento del Piano Nobile, è accessibili tramite un ponte che passa sopra a quello che nel progetto del Sangallo doveva essere il fossato difensivo.

Giardino Privato
Giardino Privato

La visita al Palazzo Farnese termina attraversando il Giardino Privato ove, in fondo sulla sinistra, si trova la porta di uscita.

Giardino Grande

Oltre al Palazzo Farnese, con lo stesso biglietto, nei soli giorni feriali, si può accedere ai cosidetti Orti Farnesiani od anche detto Giardino Grande sito a monte del Palazzo.

Non ci siamo sbagliati utilizzando, per errore, il nome di Orti Farnesiani usato anche per i giardini della famiglia Farnese siti sul colle Palatino a Roma ... in quanto anche a Caprarola il Giardino Grande si chiama Orto Farnesiano.

La Fontana dei Giganti
La Fontana del Bicchiere o dei Giganti

I lavori di realizzazione del Giardino Grande partirono nel 1565, sotto la direzione di Giacomo del Duca, e finirono nel 1630, ovvero ben 41 anni dopo la morte del Cardinale Alessandro Farnese il Giovane, per opera di Girolamo Rainaldi.

Il Giardino Grande - la catena d'acqua

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Noi

Noi siamo visitatori come tutti gli altri.

Arriviamo, paghiamo il biglietto per intero senza riduzioni di sorta, entriamo facendo la fila (quando c'è) e poi documentiamo ciò che vediamo.

E proprio per il fatto che non usufruiamo di nessuna agevolazione o di trattamenti di favore ci riteniamo liberi nel giudizio. come Voi.

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Visto che potrebbe succedere, cari copioni artificiali e/o naturali, abbiamo deciso che perseguiremo legalmente e senza indugio chi si farà scoprire ad utilizzare i nostri testi o le nostre fotografie senza il nostro esplicito consenso.



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